

La moda dell’Autunno/Inverno 2025–2026 non si limita a dettare stile. Lo pensa, lo costruisce, lo racconta. È una stagione che abbandona l’estetica urlata per abbracciare il potere della materia, del gesto, della narrazione. Dalle passerelle di Milano a quelle di Parigi, è chiaro: il nuovo lusso è colto, profondo, sensoriale. E parte dai tessuti.
Sartorialità re-immaginata: proporzioni che parlano
L’abito su misura non è più un simbolo di status, ma un linguaggio progettuale. Prada destruttura la tradizione con precisione chirurgica, innestando funzionalità e memoria nei capi. Jil Sander, The Row e Ferragamo esplorano un tailoring ampio, architettonico, mai severo. I pantaloni hanno verticalità, i cappotti sono scultorei, le giacche sembrano modellate sul corpo, non imposte.
Pelle vissuta: il nuovo classicismo urbano
La pelle torna con forza, ma è tutt’altra storia. Niente più glossy eccessivi o mood fetish. È pelle lavorata, cerata, usurata con eleganza. Miu Miu la inserisce nei look quotidiani con un’insolenza soft, abbinata a lana e tessuti tecnici. Bottega Veneta la plasma in tagli drappeggiati e profondità bruciate. Qui la pelle diventa memoria cucita addosso.
Bianco totale: purezza che non chiede scusa
Il non-colore più potente della stagione è il bianco. Prada, Coperni e Chanel lo elevano a codice visivo assoluto. Total look monocromi, texture che spezzano la piattezza: lana, nylon, gabardine. Il risultato? Un bianco caldo, architettonico, che riflette luce e identità. Minimalismo sì, ma con spessore.
Tessuti narrativi: il tatto è il nuovo linguaggio
La vera opulenza oggi è sensoriale. La maglieria si ispessisce, il bouclé torna con nuove torsioni, i tessuti tecnici si fanno opachi, quasi grezzi. Maison Margiela e Dries Van Noten spingono sulla stratificazione, Miu Miu lavora sulla vulnerabilità della materia.
In questo contesto, la qualità del tessuto è tutto: è quello che separa l’ordinario dal memorabile.
Palette minerale: colori che scavano in profondità
Dimenticate neon e pastelli. La stagione si muove tra colori terrosi e riflessi metallici spenti: ruggine, rame ossidato, verde serpentino, lavagna. Fendi li propone in abiti architettonici, Chloé li trasforma in paesaggi mobili. È una palette che non pretende, ma resta. Una bellezza profonda, che non cerca approvazione.
Il punto di vista di Fortex
Nel cuore di queste tendenze c’è una verità: la materia è protagonista. E per chi la crea, come Fortex, ogni stagione è un esercizio di ascolto, ricerca e innovazione.
I tessuti Fortex nascono da questa consapevolezza: dare forma a collezioni che parlano la lingua della moda contemporanea — una lingua fatta di sostenibilità, performance, tattilità e stile. Con oltre sessant’anni di esperienza nel mondo del tessile, Fortex interpreta le tendenze non solo per seguirle, ma per anticiparle.
Perché ogni abito iconico, prima ancora di essere disegnato, è pensato nella sua materia prima.





